Smartworking: 5 cose da sapere per lavorare da remoto - Stecca

Smartworking: 5 cose da sapere per lavorare da remoto

CoBar

11 Marzo 2020

Se hai sentito almeno una volta pronunciare le fatidiche parole:"oggi lavoro da casa", è arrivato il momento di approfondire la tua conoscenza dello smartworking.

1. Cosa si intende per "lavoro da remoto":

«Una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell'attività lavorativa.» - Ordinamento Italiano -.
Ora i nostalgici favoriranno il telelavoro , gli innovatori smartworking, gli statisti lavoro flessibile e chi non sarà in grado di adeguarsi al cambiamento del mercato, lo vedrà ancora come una "minaccia" o (peggio ancora) un'occasione per ridurre la produttività. Nello scenario attuale, le nuove modalità di lavoro sono arrivate come un fulmine e noi non eravamo pronti. O forse si?

2. Con quale frequenza si può essere operativi da remoto?

Flessibilità è la parola d'ordine. Ovviamente dipende dal tipo di attività svolta, dall'azienda o dal contratto di lavoro. Ad esempio, giovani Freelance o lavoratori autonomi che non hanno necessariamente bisogno di una sede, possono decidere di lavorare da casa anche tutta la settimana. Lo scenario sarà completamente diverso e proporzionalmente complesso nel caso di lavoratori dipendenti. Cosa dice la legge? "In base alla legge 81/2017 che lo ha istituito, lo smart working prevede periodi svolti in azienda alternati ad altri all’esterno.Il Dcpm 8 marzo non dice nulla al riguardo ma, tenuto conto della situazione eccezionale, si presume consenta un ricorso ampio a questa soluzione, anche per l’intero orario lavorativo. Il datore di lavoro può communque pensare a una alternanza delle figure necessarie in azienda, disponendo il lavoro agile per alcuni giorni alla settimana a rotazione." (fonte ilsole24ore)

3. Chi ben comincia è a metà dell'opera.

Se ti sei chiesto chi abbia intrapreso e stia intraprendendo questo percorso, ecco alcuni esempi di aziende Italiane very smart:
- Mars
- Tim
- Enel
- Siemens
- Microsoft


4. Sembra fantastico.

È vero. Può essere fantastico. Tuttavia quest'ambita modalità lavorativa nasconde poche ma semplici insidie che possono essere facilmente limate:
- Strumenti da lavoro.
La legge non esprime ancora un quadro chiaro sugli strumenti, utensili o tecnologia che il datore di lavoro può o è obbligato a fornire ai propri dipendenti. I casi ci insegnano che molto spesso è valido anche utilizzo promiscuo di dispositivi o tecnologie proprie. Il problema sorge nel momento in cui bisogna dover reperire alcuni file aziendali o documenti importanti. Sistemi Cloud o server criptati Nas possono risolvere il problema senza sforzi e con un notevole risparmio di gigabyte.
- Produttività.
Questo costituisce sicuramente l'aspetto più discusso e oggetto di numerose critiche. Come faccio a monitorare il lavoro del mio dipendente? Numerose piattaforme digitali (ad es. Basecamp, Trello etc.) garantiscono un'efficace monitoraggio delle attività e delle operazioni svolte su determinati progetti o mansioni.

5. Work smart everywhere.

Si può lavorare in maniera intelligente praticamente ovunque. Noi di Stecca ad esempio abbiamo diversi professionisti che lavorano da remoto ogni giorno e ad ogni ora: uffici, co-bar, aree comuni. Certo, non sono di certo questi i tempi migliori in cui possiamo lavorare ad una presentazione aziendale mentre sorseggiamo un caffè al bar ma siamo sicuri che il nostro motore tornerà nuovamente a spingere a pieni regimi. Nell'attesa: muoviti responsabilmente!